Trieste, 16 Luglio 2025

Totò De Falco nell'olimpo dei grandi capitani

18 Dicembre 2021 Autore: Gabriele Lagonigro

Giancarlo Antognoni, Franco Baresi, Giuseppe Bruscolotti, Agostino Di Bartolomei, Renato Zaccarelli e Gaetano Scirea. Sei nomi, sei campioni, sei figure del calcio anni '70 e '80, in bianco e nero, verrebbe da dire, quando i primi gol andavano in onda su 90° minuto di Paolo Valenti, le pay-tv non esistevano, i giocatori stranieri erano solo due per squadra e tutte le compagini indossavano le magliette tradizionali, per lo più a righe verticali e non il carnevale fotocromatico di oggi.

E poi: dici Antognoni e pensi alla Fiorentina, Baresi era il Milan, Bruscolotti l'anima partenopea, l'indimenticato Di Bartolomei era esclusiva fede giallorossa, Zaccarelli cuore granata e un altro che se n'è andato troppo presto, Scirea, è stato bianconero per quasi tutta la vita. Altre epoche, tempi, stili, neanche minimamente paragonabili al football attuale.

Ma non stiamo scrivendo queste righe per elogiare la belle époque del calcio. No, vogliamo semplicemente testimoniare, e ci viene la pelle d'oca, che fra i grandissimi campioni icone delle proprie maglie, raccontati nel libro “Un capitano, c'è solo un capitano”, assieme al dieci viola, al sei rossonero e della Juve ma anche a Roberto Mancini, Beppe Baresi, Salvatore Di Somma, Sergio Borgo, Gigi Cagni, Giampiero Ceccarelli, Giovanni Loseto, Luigi Marulla, Domenico Neri, Bruno Nobili, Massimo Palanca, Fulvio Saini e Michele Scorrano, c'è anche il “nostro” Totò De Falco. Un segno di riconoscenza quasi inaspettato, che il bomber dell'Unione anni '80 ha vissuto con grande orgoglio e che lo proietta, grazie all'autore Michele Grilli, nell'olimpo dei più amati.

20 capitani, 20 storie di vita e di sport, con almeno 200 presenze con la stessa maglia, non tutti ugualmente noti al grande pubblico, ma ognuno simbolo e mito nella squadra e nella città in cui ha militato. “Storie belle - si legge nella descrizione - alcune in crescendo con vere e proprie apoteosi, altre tristi e malinconiche con addii improvvisi, senza alcuna riconoscenza da parte delle società di appartenenza, ed altre infine, accomunate da tragici destini. Una maglia che non è stata solo indossata, ma che col passare del tempo si è "appiccicata" sulla pelle, rimanendone tatuata anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo”.

Un libro da leggere, per rivivere le emozioni di una volta e fare pace con la monotonia attuale.


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