Incidenti di questo tipo, nel calcio italiano, non si vedevano da decenni. Sembrava, ieri sera, di essere ritornati agli anni '80 e '90 quando le pene per gli scontri da stadio erano minime e, soprattutto, non esistevano le tecnologie che oggi permettono, in teoria, di identificare tutti i colpevoli. E' successo a Padova nell'intervallo della finale di andata di Coppa Italia fra i padroni di casa, che hanno vinto 2-1, e il Catania. Il gemellaggio storico dei veneti con il Palermo, alcune ruggini di antica data ed evidentemente la mancanza di controlli adeguati hanno consentito ad una cinquantina di ultrà siciliani (sui 2 mila tifosi ospiti presenti) di scavalcare le recinzioni ed arrivare in campo. Da lì la corsa verso il settore più caldo dei supporter biancoscudati e il tentativo, in parte riuscito, di rubare alcuni striscioni. Non solo: sono stati lanciati diversi fumogeni verso i tifosi del Padova e nei fotogrammi video sembra di intravedere anche qualche delinquente che fa pipì accanto agli stendardi di casa. Tutto questo fra l'incredulità del pubblico ed il ritardo delle forze dell'ordine, intervenute quando i facinorosi avevano già compiuto la loro razzia.
Resta da capire quanti sono stati arrestati e quali saranno le misure nei loro confronti: con le telecamere sparse ovunque non dovrebbe essere difficile riconoscerli. Ma come sia possibile che abbiano scavalcato le transenne indisturbati rimane un mistero. Auguriamoci almeno che le pene siano esemplari.