Con la personalissima doppietta messa a segno in Islanda indossando la sua prima maglia della Nazionale Under 21, Tommaso Pobega sale a quota quattro marcature stagionali, arrivate tutte nel giro di dodici giorni, quanto basta al centrocampista per prendersi la scena, far sorridere lo Spezia, il Milan (proprietario del cartellino) la selezione italiana e anche Trieste, uscita dai radar azzurri da ormai qualche anno ma che ora sogna di ritornarci da protagonista con il gioiellino di scuola Trieste Calcio, San Luigi e Triestina.
L’ultima marcatura giuliana con la maglia della Nazionale (anche qui Under 21) risale infatti agli Europei polacchi del 2017 e porta la firma di Andrea Petagna, che già aveva collezionato la sua unica presenza con la Nazionale maggiore, allora allenata da Ventura e sinora finito ai margini dei progetti di Mancini. Dieci anni prima, nel 2007, si conta una apparizione anche per Max Tonetto, cresciuto nel San Giovanni e che i più ricordano con Sampdoria e Roma. A parte queste presenze, centellinate, bisogna fare un salto di almeno due generazioni per risalire alle quattordici partite di Cesare Maldini con la Nazionale maggiore, prima di condurre dalla panchina gli azzurrini al titolo europeo di categoria per tre edizioni consecutive, dal 1992 al 1996.
La questione si fa quasi insostenibile man mano che si risale la linea del tempo, da maneggiare con cura: l’ultima volta che un giocatore della Triestina è stato convocato con l’Italia risale al 1948, settantadue anni fa, con Cesare Presca ai giochi Olimpici di quell’anno e Giuseppe Grezar qualche mese prima. È dello stesso Grezar l’unico gol all’esordio di un triestino con la Nazionale maggiore, nel 1942. Insuperabile (ma nessuno chiede tanto) l’eredità lasciata dai tre alabardati campioni del mondo del 1938: il gradiscano Colaussi, l’udinese Chizzo e il triestino Pasinati.