Si è tenuta nelle scorse settimane una simpatica rimpatriata dei giocatori del San Sergio P.I.T., una delle storiche realtà calcistiche cittadine che negli anni '60 rappresentava l'approdo naturale per tutti i giovani di Borgo ma anche da altri rioni cittadini. Un sodalizio fondato nel 1961, quando il quartiere iniziò piano piano a popolarsi con la costruzione dei primi complessi abitativi; primo ed indimenticato presidente fu Dante Zorini, coadiuvato all'epoca da alcune figure di spicco come il "signor" De Mattia, il "signor" Drioli, papà di Marino, futuro giocatore dell'Unione, il "signor Mosca" e ancora Germano, lo storico gestore dell'edicola al capolinea della 21, e i "signori" Miorin e Rauber. E Bruno Serli, una delle anime principali di questa "impresa", che si concretizzò non solo con la creazione della società sportiva ma anche con la costruzione della sede e l'abbinata con il marchio P.I.T., Porto Industriale Trieste, all'epoca un'istituzione in ambito economico-industriale. I colori sociali, giallorossi, che poi divennero anche la divisa dei futuri "lupetti" di via Petracco, non furono un caso: fra le tante società contattate per ricevere una muta di maglie per iniziare l'attività la Roma fu l'unica a rispondere e a inviare immediatamente le nuove divise sociali del San Sergio. Da lì ebbe inizio l'epopea, le prime partite in ambito giovanile e poi i campionati dilettantistici. Qualche anno dopo l'approdo di Fabio Volpi modificò la struttura del club, incanalandola verso una società con un'immagine, una credibilità e un'attrattiva che si rivelò vincente e pose le basi per i gloriosi decenni successivi della squadra di Borgo. Per ricordare tutto questo e per passare una bella serata commemorativa gli amici del P.I.T si sono ritrovati di recente fra racconti, aneddoti, amarcord, emozioni ed un pizzico di nostalgia.
(nelle foto, la rimpatriata attuale con i giocatori dell'epoca, che fondarono il club, e un'immagine della squadra agli inizi degli anni 60)