“È vero, durante l’ultimo anno sportivo vi sono state società costrette ad attuare ridimensionamenti e fusioni ed altre che, purtroppo, hanno dovuto chiudere i battenti. Ma è altrettanto vero il fatto che, parallelamente, ne siano nate di altre, nuove e con le proprie ambizioni”. Una manciata di giorni fa Ermes Canciani, presidente della FIGC regionale, si era espresso così ai nostri microfoni, parlando dello stato di salute del movimento dilettantistico in Friuli Venezia Giulia. Parole che si cuciono perfettamente addosso ad un’importante rivoluzione scoppiata nel cuore del calcio triestino. Il panorama locale, infatti, si è ufficialmente impreziosito di una nuova realtà: l’Asd Giuliani Calcio Trieste. Il club sorge dalle ceneri del settore giovanile del Kras, come conseguenza della ben nota decisione del presidente Kocman di focalizzarsi sulla sola prima squadra. Una ventata di novità, quindi, ora in lotta per costruirsi un nome in città e per “conquistare” l’impianto di Opicina sulla 202, al momento avvolto da una fitta coltre di burocrazia. Ci siamo fatti raccontare tutto dal presidente societario Alessio Vescovo.
Alessio, ci parli un po' di che società sarà l’Asd Giuliani Calcio Trieste?
Abbiamo deciso di fondare questo sodalizio per dare continuità a quello che era il settore giovanile del Kras. Dopo la rinuncia al vivaio da parte del team di Repen, noi ci siamo proposti di mantenere attivo il campo e, appunto, il settore giovanile non volendo lasciare a casa più di 100 famiglie. Di conseguenza siamo partiti dalla base, dalla linea verde, per poi, grazie alle plurime adesioni, pensare anche ad una proiezione verso un concetto di prima squadra. L’annosa faccenda del campo di Opicina, però, ci ha costretto a dover rivedere i nostri piani.
A tal proposito: come sta procedendo la questione?
Al momento è tutto completamente bloccato. La conseguenza per noi è quella di attuare un cambio in merito all’impostazione del club, organizzandolo come società pura esclusivamente legata ai giovanissimi. Per poi, in caso di sblocco, intavolare anche una squadra di Pulcini o Piccoli Amici. Il blocco dell’impianto, che per certi versi definirei tragico, parte tutto dal fatto che il terreno stesso sia di proprietà del demanio e che il tutto sia sfociato in un’impasse burocratica. Loro hanno dato il tutto in affitto al Coni, con successivo subaffitto alla Federazione. Ad oggi stiamo assistendo ad un muro contro muro proprio tra Coni e FIGC. Insomma, andando al punto, oggi è tutto off limits, in attesa di capire se saranno risolvibili tutte le pratiche richieste dal caso.
Quali sono i vostri obiettivi?
In primis, vogliamo assolutamente risolvere la situazione campo. Siamo testardi e ci vogliamo riuscire. Una volta risolta questa cosa, siamo pronti ad avviare il tutto essendo già pronto il programma. Vogliamo essere realisti, mastichiamo calcio da una vita, e siamo consci di dover accettare le fisiologiche tempistiche. Partendo quindi con una linea verde e poi si vedrà col tempo, puntando sempre a crescere.