Trieste, 05 Giugno 2025

Ascagni a Trieste per Campionissimi Camp: "Unione nel cuore"

01 Giugno 2021 Autore: Luca Henke

Vi portiamo insieme a noi in una chiacchierata con il “gemello del gol” Tiziano Ascagni, prossimo a raggiungere la nostra città per partecipare al Campionissimi Camp. Tra le altre cose, abbiamo ascoltato il suo pensiero sulla situazione in casa alabardata.

Tiziano, come ogni anno Trieste ti aspetta per il Campionissimi Camp, in partenza a fine giugno. L’entusiasmo, da parte tua, è quello di sempre?

Certamente! Ci sarò, così come negli ultimi anni, insieme a Totò De Falco. È una cosa fantastica per me ma anche per i ragazzi: in un camp così, con degli organizzatori che ormai sono degli amici, si imparano tante altre cose al di là del pallone. Come si faceva tanto tempo fa, del resto. Rimane, secondo me, un’esperienza fondamentale per passare delle belle giornate in compagnia e creare nuovi legami. Per non parlare del periodo storico che stiamo vivendo, in cui un’iniziativa del genere può davvero fare la differenza.

Al di fuori di questi progetti, riesci a vivere ancora un po’ il calcio in prima persona?

Ho un grande amico che è il presidente di una società della mia zona, e mi ha persuaso a tal punto che poco prima della pandemia ho ripreso ad allenare. Poi naturalmente abbiamo subito lo stop di febbraio e nuovamente a ottobre. Mi ritengo un istruttore piuttosto esigente, probabilmente perché è questo il modo in cui sono cresciuto calcisticamente. Anche se al giorno d’oggi il pallone sta cambiando sotto diversi aspetti, dal tipo di calciatori su cui puntano i club, fino al modo di arbitrare le partite.

Parlando invece della Triestina, è fresca la notizia che il patron Biasin resterà alla presidenza anche il prossimo anno. Ti aspetti continuità anche in panchina?

Detto che conosco Bepi Pillon da quando eravamo ragazzini e giocavamo alla Juventus, mi sento di dire che auspico continuità, ma per un discorso più ampio: non si può cambiare continuamente. Trieste, nella sua ricerca del salto di categoria, mi ricorda molto Cremona (Ascagni ha allenato le giovanili per 14 anni, ndr). Da dieci anni i grigiorossi rincorrono senza successo la promozione in Serie A, e secondo me i motivi sono da ricercare proprio nei continui stravolgimenti di progetto: ci vuole attenzione nel costruire una rosa che non subisca più di tre o quattro cambiamenti in una volta. E poi, un discorso a parte lo meritano anche le motivazioni dei singoli: un calciatore non deve scegliere la Triestina perché c’è alle spalle una certa disponibilità economica o perché la città è così bella; c’è bisogno di persone che abbiano voglia di stravincere, come fu del resto la squadra che si aggiudicò il campionato del 1983.

L’altra notizia è che l’anno prossimo i gironi saranno suddivisi in fasce orizzontali, con l’Unione che farà parte del raggruppamento A, quello settentrionale. Scansando così la concorrenza di molte piazze importanti...

Io che di campionati ne ho vinti sei, tutti curiosamente nel girone A di Serie C, ho maturato la consapevolezza che la differenza la fanno la compattezza e la convinzione di un gruppo. La squadra dev’essere in un certo senso unica: noi arrivammo quinti il primo anno, poi cambiando pochissimo siamo stati in grado di vincere direttamente il campionato. Naturalmente abbiamo avuto anche la fortuna di trovare Totò con i suoi 25 gol...

Aveva anche un buon assistman.

Certamente, ma infatti questo avvalora ciò che stiamo dicendo: io l’anno precedente avevo fatto dodici gol, mentre la stagione successiva mi sono fermato a sei perché giocavo per la Triestina e non per il mio tornaconto. Ma abbiamo dimostrato che remando tutti nella stessa direzione, la barca va che è un piacere. E di certo non mancava la concorrenza: posso nominare Padova e Piacenza, solo per tirarne fuori un paio.


Condividi sui tuoi social