Ieri ricorreva il 71° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia, però Riccardo Sterni, all’arrivo del Trofeo “Montedoro”, all’interno dell’omonimo centro commerciale, non festeggiava quello; i palloncini, la trombetta e la bottiglia di spumante (che si notano nella foto di Radivoj Mosetti) erano stati preparati per celebrare il suo sesto sigillo in altrettante gare del Trofeo Trieste a cui aveva preso parte nel 2025: Giro di San Giacomo, Trofeo Parovel, La Napoleonica, Trofeo Val Rosandra (3000 su pista), Trofeo Generali e, appunto, Trofeo Montedoro. Sei sono le gare necessarie per entrare nella classifica del circuito e lui ha dominato la categoria SM35 e non solo, dal momento che è stato, in tutte le circostanze, il vincitore assoluto; pure nel mini-trail di 7 km nella zona delle Noghere e dintorni il portacolori della Daytona Athletics ha fatto una prova a sé: «Sono partito forte per poi poter fare la discesa finale tranquillo» – ci ha detto. Per lui anche la gioia di avere sua madre Elisabetta ad attenderlo al traguardo, tagliato in 28’03”: «L’ultima volta era stata nel 2009, per i campionati italiani e mondiali di corsa in montagna». Un bel gruppetto di 7-8 atleti invece lottava ad armi pari per la seconda posizione; esperto dei “vertical”, il gemonese (originario di Venzone) Paolo Di Bernardo ha fatto il primo tratto – con tanto di piccolo “guado”, preannunciato, a causa delle piogge degli ultimi giorni – con gli alti corridori; il tesserato dell’Asd Prealpi Giulie poi ha “messo le ridotte” sul tratto più pendente, facendo la differenza coi rivali. Di Bernardo, che a breve punta a concludere la sua prima mezza maratona (obiettivo 1h15’ a Palmanova, dopo il recente ritiro di Udine), ha conquistato la piazza d’onore in 28’26”. Ancora con la Corsa dei Castelli sulle gambe, Matteo Novi ha lasciato andare diversi concorrenti avanti in salita, consapevole che poi avrebbe potuto recuperare in discesa; così è stato, infatti la Daytona, grazie a lui, si è portata a casa pure il terzo gradino del podio in 28’52”. Anche Matteo Smillovich della Trieste Atletica è stato autore di un avvio guardingo, con un rimonta nella seconda parte che si è fermata alla 5ª casella della graduatoria, in 29’15”; 4” meglio di lui ha fatto l’ottimo Piero Todesco della Podistica Fiamma.
La gara in rosa ha fatto venire alla mente una sorta di detto cinico che talvolta mormorano i runner, ovvero che gli assenti hanno sempre torto; e così è stata premiata la presenza di Mariarosa Vultaggio della Fincantieri-Wartsila, sempre pronta a sfruttare con caparbietà le occasioni che le si presentano. Comunque non è stato semplice, con le sue calzature che non erano adeguate alle condizioni del terreno: «Purtroppo non ho delle scarpe specifiche per i trail» – ha ammesso. In discesa ha praticamente camminato, nel tratto più ostico, pertanto è stata sopravanzata da Alessandra Leonori del gruppo TrailAmo, che rivedremo a breve al Trail della Grotta Gigante; nel finale la Vultaggio si è ripresa la testa, affermandosi con merito in 34’41”, con 15” di margine sull’inseguitrice. Gioia altresì per la società organizzatrice ovvero l’Evinrude, con Gaia Henry che ha chiuso 3ª in 35’50” battendo la mamma Elena Snidero che ha fermato l’orologio sui 36’13”; la top five è stata completata da Lara Milano dei Free Runners in 36’22”. Proprio i Free Runner sono stati la 3ª società con 26 arrivati, preceduti in ordine da Val Rosandra con 28 e Gruppo Generali, il quale si è imposto con 31 atleti “a referto”.