Sembra che si stia procedendo con gran fatica verso l’accordo tra il Comune di Trapani e la principale squadra cittadina di basket, avversaria in campionato della Pallacanestro Trieste, riguardo l’utilizzo del palasport “Daidone” per la nuova stagione, ormai alle porte. A tal proposito, la settimana scorsa è stata turbolenta: alcuni giornali hanno ipotizzato l’impossibilità dell’utilizzo del suddetto impianto sportivo a seguito della decadenza della convenzione tra il comune trapanese e la società granata. E così, quello che poteva essere in origine un problema da risolvere amministrativamente a porte chiuse tra il primo cittadino trapanese, Giacomo Tranchida, e la società di Valerio Antonini, è diventato in poco tempo un caso che ha fatto il giro in lungo e in largo.
Stando a quanto hanno riportato i media specializzati nonché alcuni canali sportivi, tutto sembra aver preso la via per diventare ufficialmente un caso fatto di memorie legali, interpretazioni dei cavilli contrattuali, cartelle e rendicontazioni rispetto anche alle spese gi gestione dell’impianto sportivo, che, forse, poco ha a che vedere con lo sport giocato sul campo. Dopodiché, è logico attendersi che si cercherà fino alla fine delle soluzioni per così dire “amichevoli” per garantire alla compagine granata la possibilità di fruire del parquet casalingo anche nella stagione 2025/26, seppure l’accordo sembra al momento ancora in alto mare.
Ad evidenza di quanto appena detto, la nota pubblicata il 15 agosto sul sito istituzionale della Trapani Shark, a firma dello stesso presidente Valerio Anotnini, in cui si legge quanto segue rispetto al contratto di base sull'uso del palazzetto risalente all’ottobre 2023: “La Convenzione rimane pienamente valida ed efficace. La trasformazione societaria da SSD a.r.l. in S.r.l. – resa obbligatoria dai regolamenti della Lega Basket Serie A per l’iscrizione al massimo campionato – non comporta alcuna novazione soggettiva né estinzione del rapporto concessorio, trattandosi di mera trasformazione del tipo societario con piena continuità giuridica del soggetto concessionario”. Nella stessa nota, Antonini fa inoltre sapere di aver investito oltre 2,5 milioni di euro per la “completa ristrutturazione del PalaShark”, impianto che il Comune avrebbe consegnato alla società in condizioni di partenza ben diverse, con il "tetto danneggiato con infiltrazioni d’acqua piovana", un parquet inizialmente inagibile ed i canestri da mettere in norma.
Si vedrà nel corso dei prossimi giorni se eventuali tavoli tecnici porteranno ad una situazione più limpida e chiara, senza dover passare per forza per i tavoli dei tribunali. Nel frattempo al club cestistico trapanese sono arrivate delle proposte per l’uso degli impianti sportivi situati in altre città. Tra tutte, l’invito dell’assessore comunale di Biella, Giacomo Moscarola, competente in campo sportivo e dell’impiantistica sportiva del menzionato comune piemontese, a spostare allenamenti e match al Forum di Biella, un impianto sportivo che può accogliere 5 mila spettatori.
Questo tipo di spostamenti o “prestiti” tra società cestistiche sono già avvenuti nel corso degli anni. Nel nord-est, un esempio sostanzioso è stato il caso della Reyer Venezia, che nel corso della stagione 2011/12 si è trasferita per vari mesi al Palaverde di Villorba. Tale accordo è stato però momentaneo, e fu necessario a seguito dei lavori di ampliamento e ristrutturazione del palasport Taliercio di Mestre, la sede abituale del club lagunare. Nel caso della disputa trapanese le dinamiche sono ben diverse e, pur trattandosi di una società dichiaratamente ambiziosa che, tra l’altro, in panchina può contare su un allenatore estremamente serio come Jasmin Repesa, vedremo se tutto ciò avrà un impatto sull’ambiente e sul clima della squadra, che, cestisticamente parlando, è una delle principali rivali dei biancorossi e che, alla pari del nostro primo club cittadino, è attesa per l’esordio nel torneo di Champions League.