“Bask’in Egypt” è un progetto cofinanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia che porterà questa nuova ed appassionante disciplina al di fuori dei nostri confini non solo locali ma anche nazionali. Il merito è della Polisportiva Fuoric'entro che assieme ad una serie di partner preziosi sta per sbarcare in Egitto con un obiettivo chiaro e preciso: allargare, in Nord Africa e magari anche in altre aree, il concetto dello sport inclusivo.
Luca Bianchi, direttore sportivo di Fuoric'entro: come e da dove nasce l'idea di un progetto di integrazione al di fuori dei confini europei?
L’idea nasce dal percorso naturale di crescita dell’associazione, che da anni lavora sullo sport quale strumento di inclusione sociale. Dopo diverse esperienze in ambito nazionale ed europeo, e alcuni progetti di cooperazione allo sviluppo in contesti extraeuropei (in Iraq e sul confine turco-siriano), è maturata la consapevolezza che il modello del baskin potesse essere utile anche in Paesi dove l’inclusione delle persone con disabilità è una sfida aperta. L’incontro con realtà istituzionali e associative egiziane sensibili a questi temi ha reso possibile trasformare questa intuizione in un progetto strutturato.
Qual è l'esperienza che la vostra associazione può portare in un contesto distante dal nostro, dove l’inclusione rappresenta una sfida relativamente nuova?
Portiamo un’esperienza concreta e consolidata: oltre vent’anni di lavoro sull’inclusione attraverso lo sport. Il baskin, nello specifico, è una disciplina che permette a persone con e senza disabilità di giocare insieme in modo paritario. Non esportiamo solo una pratica sportiva, ma un metodo educativo e culturale che mette al centro la persona, valorizza le differenze e costruisce comunità. Questa esperienza è particolarmente preziosa in contesti dove esistono ancora barriere culturali e sociali legate alla disabilità.
Il progetto è biennale: quali saranno i primi step?
I primi mesi saranno dedicati all’analisi del contesto e alla costruzione della rete locale: mappatura degli stakeholder, confronto con istituzioni, scuole, università e associazioni sportive. Parallelamente partiranno le attività di coordinamento e di formazione iniziale degli operatori locali. Il primo grande momento pubblico sarà l’organizzazione di un evento dimostrativo di baskin al Cairo.
È quindi prevista la presenza di squadre di baskin in Egitto per alcune partite dimostrative?
Sì. È prevista la presenza di giocatori e operatori provenienti dal Friuli Venezia Giulia per alcune partite ed esibizioni dimostrative. Questi momenti saranno fondamentali per mostrare concretamente cos’è il baskin, come funziona e quale valore inclusivo porta con sé, favorendo il coinvolgimento del pubblico, degli operatori locali e delle istituzioni. Oltre ai giocatori provenienti dalla nostra regione verranno coinvolti atleti locali, disabili e normodotati.
Quali sono i vostri partner?
Il progetto è costruito su un partenariato solido. In Italia collaboriamo con la Cooperativa Sociale Trieste Integrazione - Anffas e con l’ASD Zio Pino Baskin Udine. In Egitto i partner principali sono il Comitato Paralimpico Egiziano e l’Istituto Salesiano Don Bosco di Alessandria. A questi si affianca la Ahl Masr Foundation come partner associato. Il progetto gode inoltre del supporto istituzionale dell’Ambasciata Italiana al Cairo e dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo - AICS.
Saranno previste anche esperienze in altri Paesi?
Il progetto nasce con una forte vocazione alla replicabilità. L’obiettivo è costruire un modello esportabile, che possa essere adattato ad altri contesti geografici e culturali. L’esperienza egiziana rappresenta un primo passo importante nel Nord Africa, ma le competenze, i materiali formativi e il metodo sviluppati potranno essere utilizzati anche in altri Paesi in futuro, nell’ambito di nuovi progetti di cooperazione allo sviluppo.