Trieste, 29 Marzo 2024

Proprietà, tifosi e uomini-simbolo: le eredità per il futuro che verrà

10 Maggio 2022 Autore: Alessandro Asta

Si sperava decisamente in un finale diverso. Ma alla fine della fiera, aver archiviato la stagione con una bella vittoria al filo di lana come quella con Treviso appaga comunque il palato di molti. È già tempo di guardare il futuro in casa Pallacanestro Trieste: con i riflettori sul parquet che si sono spenti domenica prossima, si accendono quelli fuori dal campo. Che sono indubbiamente importanti per mantenere ad alti livelli il basket che conta in questa città. E le eredità di un campionato importante, pur non collimato con la qualificazione ai play-off, sono di quelle pesanti per tutto ciò che accadrà nei prossimi mesi.

Innanzitutto, la proprietà: dato per certo un impegno sensibilmente meno importante di Allianz, che comunque resterà nei radar giuliani con la sponsorizzazione del PalaTrieste, la partita sul fronte societario sembra prendere una strada già definita nelle scorse settimane. C’è un’unica, vera offerta sul piatto per il pacchetto delle quote di maggioranza (ancora non palesatasi ufficialmente, ma che va verso una realtà locale del settore edile): in attesa di capire se questo matrimonio verrà celebrato, è chiaro che la costruzione della squadra che verrà (c’è già – parola nelle ultime ore del presidente Mario Ghiacci – la volontà sia da parte di Davis che di Banks di restare ancora per un anno all’ombra di San Giusto…) dipende in maniera imprescindibile dal budget a disposizione. E, elemento non trascurabile, da chi avrà in mano le chiavi del motore all’interno della stanza dei bottoni biancorossa. In attesa di fumate bianche che necessariamente dovranno arrivare nel breve periodo, solo un alto livello di professionalità nei ruoli chiave della Pallacanestro Trieste permetterà ai tifosi di dormire sogni tranquilli.

A proposito di supporters: niente “pienone” a Valmaura nel derby triveneto contro la Nutribullet (leggi, 2790 presenti), ma quantomeno una parvenza di normalità dopo due stagioni difficili tra chiusure e limitazioni al pubblico. C’è l’entusiasmo del tifo organizzato (oltretutto, tornato presente anche in trasferta), importante però sottolineare che per riportare settemila anime all’Allianz Dome servirà spingere sui tasti giusti. E anche qui il lavoro della società che verrà dovrà portare a ri-fidelizzare un sesto uomo che la pandemia ha disperso un po’ ovunque, ma che in una piazza come quella triestina non si può davvero fare a meno. E non solo per mere questioni di cifre da inserire a bilancio.

Non ultimo per importanza, oltre a capire se si proseguirà con la guida tecnica di Franco Ciani (ma sarà di fatto la nuova proprietà a prendere una decisione a riguardo), nel plasmare la Pallacanestro Trieste che darà battaglia sul parquet nei mesi a venire serviranno uomini-simbolo. Lo è stato Daniele Cavaliero, in un lungo abbraccio come quello di domenica sera con una città e una tifoseria che lo ha sempre amato e che sembra essere l’ultima pagina scritta di una carriera da incorniciare. Chi lo sarà d’ora in avanti?


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