Trieste, 25 Aprile 2024

Trieste 21K: trionfi emozionanti di Palamini e Niyomukunzi

02 Maggio 2021 Autore: Maurizio Ciani

Una delle edizioni più emozionanti della Trieste Half Marathon, con i successi, sia in ambito maschile che femminile, che si sono decisi solo nelle battute finali. Al traguardo ci si aspettava di vedere per primo Said El Otmani, italo-marocchino che corre per l’Esercito, invece, dopo una lunga volata finale, è stato l’outsider Michele Palamini ad avere la meglio, in 1h04’37”. «Non me l’aspettavo di vincere, infatti pensavo di essere il più debole del gruppetto di testa», sono state le prime parole del portacolori del Gruppo Alpinistico Vertovese. In 8 avevano preso il largo nella prima metà di gara, che andava dalla fontana di Barcola fino al giro di boa, posto in costiera all’altezza del bivio di Marina d’Aurisina; dopodiché il ritmo imposto dal generoso Palamini ha scremato il drappello, limitandolo allo stesso runner della Val Seriana, Said El Otmani ed infine il marocchino Hicham Boufars, che si è staccato dal duo di testa attorno al 19° km. A 500 metri dal traguardo sono iniziate le schermaglie tra i due contendenti al gradino più alto del podio; El Otmani, che aveva ancora nelle gambe lo sforzo della maratona di Siena dello scorso 11 aprile, ha provato ad accelerare, ma Palamini ha resistito e rilanciato, conquistando un’affermazione che ha voluto dedicare alla fidanzata Valentina ed al suo coach, Silvio Bosio. 2° El Otmani in 1h04’41” e 3° Boufars in 1h04’55”.

Tra le donne la prova è stata analoga fino alla virata di metà percorso, con 8 rivali ancora a giocarsi il trionfo. Astuta la burundiana Francine Niyomukunzi dell’Atletica Castello che ha cercato sempre di restare riparata dal vento; non parliamo affatto della bora vista alla recente Mujalonga, ad ogni modo poteva rallentare ugualmente un po’. Nel rush finale si sono scoperte le carte, con relative ambizioni, quindi la Niyomukunzi è giunta a braccia alzate, chiudendo in 1h13’55”; a soli 5” di distanza è arrivata l’etiope Addisalem Belay Tegegn, che si era invece imposta a Muggia. Medaglia di bronzo per la ruandese Adeline Musabyeyezu in 1h14’51”.

Venendo ai corridori nostrani, il primo regionale è stato Abdoullah Bamoussa, dell’Atletica Brugnera, che dopo aver vestito la maglia azzurra alle Olimpiadi di Rio ora insegue il sogno giapponese, prendendo questi appuntamenti come un allenamento; ha tempo fino a giugno per far segnare il minimo di 8’22” nei 3000 siepi, mentre oggi per la cronaca ha terminato 6° in 1h05’47”. Prima divisa giuliana all’arrivo è stata quella Trieste Atletica, indossata da Tobia Beltrame di Romans d’Isonzo; 10° posto con il crono di 1h07’33”. Primo concittadino al traguardo lo juniores Jakob Kralj; ex cestista del Bor, rimasto senza squadra per le conseguenze anche sportive del Covid, è passato alla sezione atletica del medesimo sodalizio sotto la guida di Luka Kafol. Alla prima sua mezza maratona in assoluto, ha chiuso 43° e per due soli secondi non è riuscito ad abbattere il muro dell’ora e venti. Poco dietro a lui il primo master delle nostre zone, l’SM45 Fabrizio Novel dell’Evinrude, 48° in 1h21’02”.

In rosa la migliore runner nostrana è stata una brillante Caterina Stenta della Trieste Atletica; sportiva eclettica, capace di distinguersi soprattutto nel SUP (stand-up paddle) di cui è pluricampionessa italiana, alla prima 21 km su strada della sua, per il momento breve, carriera podistica, sotto gli occhi della mamma Maria ha fatto segnare l’eccellente prestazione di 1h26’33”, che le è valsa la 12ª piazza femminile. 14ª in 1h29’15” la master SF40 del Gs San Giacomo Elisa Turolo, che ha commentato: «Se penso che neanche due mesi avevo siglato a Brugnera il personale di 1h26’08”, oggi non posso ritenermi soddisfatta».

Grande lo sforzo organizzativo di Apd Miramar e Trieste Atletica al fine di gestire al meglio ed in piena sicurezza i 1500 iscritti alla kermesse. Oltre agli ormai noti bollini, su cui posizionarsi prima dello start per mantenere il distanziamento, la security in zona partenza regolava i flussi di massimo cento corridori, che dovevano inoltre esibire l’autocertificazione; poi un addetto misurava a tutti la temperatura corporea ed un’altra persona consegnava le mascherine al traguardo. Soddisfazione del neopresidente di Miramar, Carlo Irace: «È stato un successo e siamo stati anche fortunati con il tempo, in quanto è caduta sì qualche goccia d’acqua ma le previsioni erano ben peggiori».


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