Trieste, 19 Aprile 2024

Half Marathon: bilancio positivo e tante belle storie di vita

03 Maggio 2021 Autore: Redazione

Un successo la Trieste Half Marathon di ieri, nonostante la pioggia battente (ed è la seconda volta di fila, dopo il tempaccio invernale del 2019...). Nonostante Giove Pluvio, però, la kermesse alabardata ha regalato gioia e speranza a chi ha corso e anche a chi non c’era e ha visto nella manifestazione un importante segnale di rinascita e ripartenza.

Ben 1500 i partecipanti, molti start, e due vittorie non scontate con Michele Palamini, l’atleta che non ti aspetti e che ti spiazza facendo quel guizzo decisivo per la vittoria. E in campo femminile, la burundiana Francine Niyomukunzi: timida, non parla una parola d’inglese e neppure di francese, ma in fondo non occorrono parole per vincere e far capire a tutti che è lei la regina. Giovanissima, nel post gara un po’ smarrita, ma non lungo il percorso dove è lucida e decisiva. Del resto, spiega il race director Roberto Furlanic, è una papabile per i prossimi Giochi Olimpici sui 10 mila metri.

Ma non ci sono solo i vincitori, la vittoria è di tutti i concorrenti che si sono dati appuntamento alla Fontana di Barcola. È il caso di Silvia Furlani, udinese e maratoneta doc, che non ama piangersi addosso, e quando ha scoperto di essere affetta da sclerosi multipla si è messa a correre. Aveva 26 anni quando le hanno diagnosticato la malattia, oggi ne ha 60 anni e non si ferma, anzi, basti pensare che nel solo anno 2019 ha corso 25 mezze maratone. "Ho corso diverse volte a Trieste - ha spiegato - e non volevo certo mancare a questo importante appuntamento". È partita alla 6 del mattino, insieme a Luigi Tomasin, e ha iniziato la fatica percorrendo la costiera ed arrivando al traguardo 6 ore e 28 minuti dopo. Ci vuole tanta energia, forza mentale e positività per fare un’impresa del genere. Ma Silvia tutte queste doti le ha perché, come lei stessa ha affermato in una recente intervista, "se sei positivo il mondo è con te".

Energia e forza che ha avuto anche Vincenzo Placida (in foto), che ha corso tutti i 21 km spingendo la carrozzina con a bordo la figlia Valentina, affetta dalla sindrome di Cornelia de Lange, e tagliando il traguardo in 1:45:49.

Due esempi di grande forza, in grado di ispirare tante persone, in primis gli organizzatori, che nonostante l’incerto periodo, i tanti cambiamenti che hanno dovuto affrontare e le difficoltà causate dall’emergenza, non si sono mai persi d’animo. Perché si può fare atletica, seguendo le regole e facendo ognuno la propria parte. Parte che hanno ben svolto gli oltre 80 volontari dislocati all’arrivo, al traguardo e lungo il percorso.


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