Trieste, 24 Aprile 2024

L’intervista di presentazione della serata “La via meno battuta" di e con Matteo Della Bordella

21 Novembre 2022

Immagina di scalare una parete strapiombante di quasi mille metri. E di farlo per primo in assoluto, nessun essere umano si era mai azzardato. Immagina che questo muro di roccia sia parte integrante di un monte sperduto - lo chiamano Shark Tooth, dente di squalo - alla estrema periferia della Groenlandia, alla sua ultima propaggine solida verso est. Immagina poi che la base della parete giace a centinaia di chilometri dall’ultimo centro abitato che in lingua nativa chiamano Ittoqqortoormiit (Scoresbysund, in danese), una serie di baracche che danno residenza a 469 coraggiosi abitanti.
Fa una certa impressione, vero? Puoi immaginare un brividino che inizia a scendere lungo la tua schiena?
Immagina poi che - per scelta! - tu e due tuoi amici decidiate di affrontare l’avvicinamento alla parete in kayak, in completa autonomia, portandovi dietro tutto il necessario, senza poter contare su alcun rifornimento. E dopo 200 chilometri sparati a ritmo di pagaiate tra i ghiacci, appena allora inizi ad affrontare il gigante di roccia verticale. Su quegli strapiombi ci stai tre giorni e ci dormi pure, appeso su di una precaria brandina. Apri una nuova via in arrampicata libera “a vista”, senza lasciare nessun tipo di materiale in parete, ti rimetti in kayak, incontri un orso polare che vorrebbe far di te la sua colazione…, ritorni alla civiltà illeso, prendi un aereo che ti riporta a casa e via…
Pazzesco vero? Roba per gente tosta…

Quando, qualche tempo fa, abbiamo ricevuto la telefonata dell’amico Marco Milani dei “Bruti de Val Rosandra” (Gruppo Rocciatori della XXX Ottobre) che ci chiedeva se potevamo promuovere su citysport.news una serata che stavano organizzando per il 26 novembre, non abbiamo battuto ciglio. «Certo!» abbiamo risposto. «Facci avere i dettagli - il solito “chi, come, dove, quando ed una jpg”, n.d.r. - e ti diamo un po’ di visibilità, come facciamo sempre con tutti gli sportivi del territorio triestino. Siamo qui per questo». Marco ha iniziato a parlare di tale Matteo, Matteo Della Bordella per la precisione, alpinista di Varese, classe ’84, che la “Trenta” aveva intenzione di invitare a Trieste per farlo parlare delle sue avventure verticali, del suo modo di “andar per monti”.

A dire il vero non immaginavamo che poteva trattarsi di un personaggio simile; non per i suoi risultati alpinistici - quelli sono noti, soprattutto tra gli appassionati - ma anche e soprattuto per quel suo spessore umano unito a spontaneità, idee chiare e leggerezza. E mai avremmo pensato che - una volta intervistato via Zoom - Matteo ci avesse fatto provare un tale brivido ed una tale immedesimazione con le emozioni provate nel corso delle sue avventure.

La storia raccontata in apertura, parla proprio di Della Bordella e dei suoi compagni di cordata in quella spedizione (Silvan Schupbach e Cristian Ledergerber) datata estate 2014. Tante, tantissime le altre avventure portate a termine da Matteo “by fair means”; nessuna ricerca del record a tutti i costi, nessuna smodata brama di visibilità, tutto molto pulito, ecologico. Libertà, creatività.
A questo punto, non abbiamo potuto esitare, così ci siamo offerti di sposare all 100% questo evento che avrà il titolo “La via meno battuta” (lo stesso del suo ultimo libro). City Sport sarà infatti media partner della serata del 26 novembre a Il Giulia.

Laureato in ingegneria gestionale e già presidente per un triennio dei famosi Ragni di Lecco, Della Bordella ne ha fatte di cose e le ha fatte molto bene, tanto da meritarsi a pieno titolo la considerazione del mountaineering internazionale e svariati premi e riconoscimenti accademici per le proprie attività su roccia. PS: Uno di questi “awards”, esattamente il prestigioso “Premio Paolo Consiglio”, Matteo lo aveva ritirato proprio nella nostra città nel maggio del 2018 nell’ambito dell’assemblea nazionale dei delegati del Club Alpino Italiano per la spedizione al Cerro Riso Patron (Cile) ancora in cordata con Schüpbach.

Un talento Matteo. Precoce sulle montagne di casa, a cimentarsi con le grandi classiche di VI grado sulle Alpi, (tra cui - per gli amanti dell’ambiente e gli esperti - citiamo la Philipp-Flamm al Civetta, la Vinatzer-Messner in Marmolada, la Cassin sul Pizzo Badile e la Bonatti-Ghigo sul Grand Capucin…), maturo da sfidare il verticale in Inghilterra, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Sud America, consacrato al contesto internazionale con l’apertura di vie nuove in Groenlandia, Messico, Svizzera, Canada, India e Pakistan.

E poi c’è l’America Latina. E’ proprio con le pareti della parte meridionale del Nuovo Mondo che Matteo ha un feeling particolare. Emozioni forti per lui nell’emisfero sud, avvincenti, estatiche, ma anche crude e sofferte. Patagonia grande amore. Il Cerro Torre la montagna prediletta. «In Patagonia ci sono andato 11 anni di fila - ci ha spiegato Matteo - sia per il tipo di pareti che ci sono, sia perché lì ho trovato la mia dimensione di alpinista. Il Cerro Torre? Ne parlerò ampiamente durante la serata a Trieste: è per me una montagna magnifica, unica. Quando la guardi incute proprio timore: è verticale, slanciata verso l’alto, è incredibile quanto sia “piazzata lì” ad emergere dai ghiacci come un urlo pietrificato. E’ la cima che per me ha significato di più fino ad oggi: su di essa ho dapprima ripetuto due vie, per poi dedicarmi all’apertura di una linea nuova, mai salita, una via estremamente importante perché ha visto tante vicissitudini di amicizie intrecciarsi durante questa salita». PS. Si tratta della via battezzata poi con il nome “Brothers in arms” (1200 m - 7a, A2, 90°) che Matteo ha aperto in stile alpino con Matteo De Zaiacomo e David Bacci tra il 25 ed il 27 gennaio del 2022 sulla parete est del Torre. Nelle medesime ore sulla stessa montagna ha perso la vita l'alpinista novarese Corrado “Korra” Pesce che Matteo ed altri alpinisti hanno tentato invano di soccorrere.
«Sabato 26 - ha preannunciato Della Bordella - oltre che del Torre racconterò della recente spedizione in Perù con la sezione militare di alta montagna ed infine lascerò parlare le emozionanti immagini del filmato sulla spedizione 2021 in Groenlandia: si è trattato di una avventura durata in tutto 25 giorni compiuta con Silvan Schüpbach e Symon Welfringer. Anche qui una via nuova sulla Siren Tower che abbiamo poi chiamato Forum (840m, 7c). E ci siamo arrivati nuovamente in kayak».

«Una serata dedicata all’avventura e all’alpinismo alla quale siete quindi tutti invitati». A fare un ulteriore appello alla Trieste amante della montagna e dell’outdoor è il presidente dell’Associazione CAI XXX Ottobre Piero Mozzi: «Sono molto contento che siamo riusciti ad organizzare questo appuntamento con Della Bordella ed un grazie va anche alla direzione de Il Giulia che ha deciso di ospitarci: l’ingresso è libero ed invito sin d’ora tutta la cittadinanza, appassionati e semplici curiosi. Vista la levatura del protagonista e considerati gli anni difficili che abbiamo trascorso, anni durante i quali aggregazioni ed incontri dal vivo sono stati a ridotti al minimo, sarebbe bello ci fosse un’ampia partecipazione da parte di tutte le associazioni ed enti che operano nel mondo della montagna, dell’alpinismo e dell’arrampicata: sarebbe un bel modo, a mio avviso, per dimostrare che siamo capaci di lasciarci alle spalle antichi campanilismi e faziosità che non hanno più motivo di esistere».

PER SAPERNE DI PIU' GUARDA L’intervista di presentazione della serata dal titolo “La via meno battuta"  di e con Matteo Della Bordella.

Sabato 26 novembre 2022 | Centro Commerciale Il Giulia di Trieste
Evento organizzato dall’Associazione XXX Ottobre Trieste, sezione del CAI in partnership con il Centro Commerciale Il Giulia.
Media partner City Sport

★ Matteo sarà disponibile per il firmacopie del libro "La via meno battuta” dalle ore 18.30 da Sportler
★ Inizio serata ore 20.30 nella galleria commerciale del piano inferiore de Il Giulia | Trieste
★ Ingresso libero
★ Informazioni sulla serata di Trieste: Marco Milani 3460004144

✱ Intervista realizzata da Marco Cernaz il 17.11.2022 | Montaggio di Ludovico Armenio

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